Quando devo andare dall’osteopata?
“ Quando si ha un dolore e si vuole capire quale può essere l’origine, infatti l’osteopata è in grado di fare una diagnosi accurata per individuare la causa primaria del disequilibrio che provoca il dolore ed eventualmente indirizzare allo specialista di competenza qualora si presenti la necessità di un altro intervento specifico. “L’osteopatia agisce anche in fase di prevenzione? “ Si.
Anzi è consigliabile rivolgersi ad un osteopata anche in assenza di disturbi ma per prevenire eventuali disequilibri che potrebbero verificarsi negli anni.”
Per comprendere meglio in cosa consista una seduta di osteopatia, chiediamo a Marco Sega di raccontarci una sua “visita” tipo:”al fine di preparare una scheda del paziente gli chiedo di farmi una panoramica circa il suo stato di salute complessivo, le sue abitudini alimentari e riguardo il suo ritmo di sonno e veglia, questo mi permette di valutare equilibri e /o disequilibri evidenti nello stile di vita del paziente. Dopo l’attenta anamnesi e la valutazione di esami clinici anche non strettamente inerenti il disturbo in questione, il paziente viene fatto sdraiare sul lettino e sottoposto alle prime manipolazioni che, a seconda dei casi possono anche risultare abbastanza dolorose e invasive… in effetti agire sulle principali articolazioni o manipolare l’addome e la schiena può risultare fastidioso anche se il paziente non soffre direttamente di problemi ossei ma una postura errata o un disequilibrio neurovegetativo possono contribuire attraverso zone riflesse del corpo a creare disturbi dove uno meno se lo aspetta”.
Può farci un esempio di un trattamento in una zona riflessa?
“Il classico dolore dorsale o della zona sottoscapolare può essere un esempio. Infatti spesso chi accusa questo dolore non riesce a calmarlo nemmeno con i farmaci antinfiammatori e il male può persistere per diversi giorni senza che se ne possa individuare una precisa causa. L’intervento dell’osteopata in questo caso può risolvere il malessere anche in una sola seduta e non solo con una manipolazione dorsale (necessaria ma non indispensabile), ma bensì con un trattamento viscerale, ovvero con un una tecnica manuale in grado di raggiungere alcuni organi interni come fegato, stomaco o cistifellea. L’osteopata a seconda della gravità della situazione, a questo punto, potrà decidere se fare sottoporre il paziente ad eventuali esami strumentali più approfonditi magari tramite un’ecografia dell’addome…oppure incentrare la sua attenzione sulle abitudini alimentari del soggetto e risolvere il male di schiena “semplicemente” con una dieta più appropriata. E’ importante avvisare il paziente che a seguito di una manipolazione è normale che ci si senta indeboliti o che temporaneamente il dolore si acuisca, questo perché il tempo di reazione del corpo ai “nuovi assetti” può essere lungo e anche doloroso. Al termine però dei trattamenti, una volta che il corpo a riacquistato i nuovi e corretti equilibri la condizione di benessere è totale e duratura.”
Che cosa si aspetta un paziente che si rivolge ad un osteopata? “Alcuni pensano, erroneamente lasciandosi confondere dall’etimologia, che l’osteopata si occupi essenzialmente di ‘ossa’. Durante una seduta, quindi, si aspettano manovre specifiche sulle zone doloranti che producano quei classici ‘scricchiolii’ e ‘rumori di ossa’ tipici delle manovre in trust (manipolazioni ad alta velocità). Questo tipo di approccio diretto dà la sensazione che il ‘tac’ procurato dalla manovra dell’osteopata sia mirato per rimettere nella sua sede ciò che veniva percepito come ‘fuori posto’. In altri casi il paziente abituato ad un tipo di approccio meno invasivo fatto di sfioramenti e di appoggi ‘leggeri’ si aspetta un trattamento come quello che può effettuarsi sul tessuto fasciale oppure sul tratto craniosacrale, più rilassante. Si prediligequesto tipo più soft di trattamento in quei soggetti che non sopportano o hanno timore di ‘ricevere’ delle manipolazioni più dirette. In realtà durante una seduta osteopatica spesso si interviene in maniera ‘mista’ unendo un lavoro sulle articolazioni ad un trattamento a livello viscerale, craniosacrale o fasciale. Di certo l’anamnesi che si fa durante ‘l’interrogatorio iniziale’ ed i test effettuati sul paziente danno modo di porsi degli obiettivi terapeutici che all’inizio di ogni ciclo di trattamenti vengono spiegati e motivati al paziente. E’ importante infatti che chi si sottopone ad una o più sedute di osteopatia sia consapevole del tipo di trattamenti e messo a conoscenza delle diverse tecniche che potranno venire usate. I diversi approcci sono tutti mirati al raggiungimento di un unico obiettivo: fare in modo che il corpo raggiunga un suo nuovo equilibrio o venga ristabilito il suo stato originario, cosa che può avvenire immediatamente o in diverse sedute e a seconda dell’importanza e della gravità del problema. A volte sono necessari alcuni giorni tenendo in considerazione che da un appuntamento all’altro devono intercorrere almeno 7 giorni per dare tempo al corpo di acquisire i nuovi assetti e trovare i suoi nuovi equilibri. Per questo motivo gli appuntamenti vengono distanziati fra di loro di 7 , 10 o 15 giorni a seconda del caso”.